Ultima modifica: 21 Gennaio 2019

C’era una volta…

Dopo la visita al museo etnografico Carlo Verri di Biassono, gli alunni hanno pensato di raccogliere oggetti appartenuti al passato delle loro famiglie per ricostruire storie e ricordi di altri tempi.

«Il futuro del museo è dentro le nostre case», afferma il premio Nobel turco per la letteratura Orhan Pamuk. L’autore del romanzo “Il museo dell’innocenza”, ha raccolto migliaia di oggetti nell’omonimo museo di Istanbul, (ora in mostra anche a Milano) oggetti raccolti nel tempo tra negozi dell’usato e case di amici, e che gli sono serviti per costruire la storia dei protagonisti del suo celebre romanzo.

Qualcuno si chiederà se abbia ancora senso nel nostro mondo ipertecnologico parlare di oggetti antichi. O se non sarebbe meglio studiare ciò che ci servirà nel futuro, lasciando stare ciò che è passato, perché è ormai fuori moda.

Secondo insegnanti e alunni delle classi terze della scuola Manzoni sì, ha senso, perché i semplici oggetti e utensili quotidiani hanno una loro identità e riescono a parlarci, a ricordarci un passato che non va dimenticato, a conoscere le nostre radici.

Dopo la visita al museo etnografico Carlo Verri di Biassono, gli alunni hanno così pensato di raccogliere oggetti appartenuti al passato delle loro famiglie per ricostruire storie e ricordi di altri tempi, quando i genitori, i nonni o i bisnonni erano bambini come loro.

Maneggiare oggetti antichi e individuarne l’utilizzo ha significato dare respiro a quel mondo così lontano che, invece, non è più in là di un paio di generazioni; ha significato far rivivere oggetti di importanza vitale un tempo, capire che la vita di allora era diversa da quella di oggi, che era dura soprattutto per i contadini e i piccoli artigiani, lo strato sociale più umile.

Noi deriviamo da quel mondo e molti dei nostri nonni, bisnonni, e più indietro ancora, hanno vissuto una vita semplice, lontana dai lussi di oggi. Hanno costruito il nostro mondo permettendoci di essere ciò che siamo. E noi abbiamo il dovere di ricordare, di raccogliere questa eredità per trasmetterla alle generazioni che verranno dopo di noi.

Gli insegnanti ringraziano i genitori per la collaborazione e la disponibilità a mettere a disposizione della scuola oggetti cari alla famiglia che ora sono in mostra nel nostro piccolo museo scolastico.

Alunni e insegnanti delle classi terze




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